E’ altamente probabile.
Recentemente, sul magazine di Virtua Salute si è parlato di dolcificanti di sintesi, mettendo in guardia i consumatori dal fare largo uso di questi prodotti. I quali, vero, portano a zero le calorie introdotte, ma presentano potenziali rischi per la salute.
Una delle aree maggiormente colpite dall’uso sistematico dei dolcificanti è proprio il microbiota intestinale. Nell’articolo sopra linkato, a firma Lucia Del Neri, venivano citati due studi su animali che evidenziavano uno sbilanciamento della flora batterica causato dall’uso di aspartame e similari.
Se gli studi animali non sono definitivi, nel Maggio 2021 è stato pubblicato uno studio in vitro (su colture cellulari) che conferma quanto finora concluso dalle precedenti ricerche: “Artificial Sweeteners Negatively Regulate Pathogenic Characteristics of Two Model Gut Bacteria, E. coli and E. faecalis” (15 Maggio 2021, International Journal of Molecular Science).
Lo studio, che anch’esso non può definirsi conclusivo della questione, dimostra che almeno tre dolcificanti comunemente commercializzati (aspartame, sucralosio, saccarina, che sono i tre dolcificanti usati nella ricerca), hanno influito negativamente su due tipi di batteri dell’intestino: E. coli e E. faecalis.
Per rispondere alla domanda…
Ad oggi non esistono studi su umani che attestino la nocività dei dolcificanti sul microbiota intestinale. Tuttavia abbiamo almeno tre studi importanti (due su animali, uno in vitro) che suggeriscono tale ipotesi. Volendo adottare un approccio “cauto” alla salute del proprio microbiota il consiglio è di limitare AL MASSIMO -se non eliminare- l’uso di dolcificanti di sintesi.