Non come annegherebbe un essere umano. Ma sì, è possibile.
I pesci, esattamente come noi (e tutti i mammiferi e i rettili), necessitano di ossigeno per vivere. La differenza sta nel modo in cui se lo procurano. Gli esseri umani lo respirano attraverso l’aria, mentre i pesci sono dotati di branchie e prelevano l’ossigeno disciolto nell’acqua.
Esiste una serie di casistiche per cui un pesce può “annegare”.
- Danneggiamento delle branchie. Certo, tecnicamente non “annegano”, ma muoiono per carenza di ossigeno. I pesci possono subire danni alle branchie a causa dell’equipaggiamento dei pescatori e di batteri che ne attaccano il sistema respiratorio.
- Alcuni pesci, come gli squali, necessitano di costante movimento per respirare. Alcuni pescatori -questa pratica è illegale- li pescano e ne prelevano le pinne. Privati del loro principale organo di movimento, questi pesci muoiono asfissiati.
- Non tutte le acque presentano il medesimo livello di ossigeno. Ad esempio, zone dell’Oceano ricche di plancton presentano livelli bassi di ossigeno: in alcuni casi in cui il plancton proliferi più del solito i livelli di ossigeno possono abbassarsi a quasi zero.
- Il Cambiamento climatico. L’innalzarsi della temperatura dei mari sta progressivamente diminuendo la quantità di ossigeno presente nell’acqua.
Per rispondere alla domanda.
Posto che i pesci, come noi, necessitano di ossigeno, esistono casi in cui la carenza di ossigeno ( o l’impossibilità di procurarselo) li porta a morire per “annegamento” -in realtà asfissia.