“Continua a dubitare”.
Il finale del film Martyrs (l’originale francese del 2008, ovviamente, il remake americano non esiste) è programmaticamente ambiguo e senza una spiegazione vera e propria. Scritto e diretto da Pascal Laugier in un periodo di forte depressione personale (e si vede!) è probabilmente uno dei migliori horror dell’epoca moderna.
Seguono SPOILER
Cosa comunichi Anna nelle due ore di delirio trascendentale agli assistenti di Mademoiselle e cosa bisbigli nel suo orecchio poco prima che quest’ultima decida di suicidarsi non è dato saperlo.
Mademoiselle è il regista, il suo clan siamo noi.
Possiamo però attribuire a Mademoiselle il ruolo del regista (Pascal Laugier) e ai membri del clan quello degli spettatori (noi), che assistono compiaciuti alle torture sulla povera Anna in attesa di un gran finale, che riveli cosa c’è dopo la morte.
Esattamente come nella realtà, il deus-ex-machina di tutti gli accadimenti (Mademoiselle/Pascal Laugier) si uccide (ovvero: il film finisce) lasciandoci un ultimo monito: “Continua a dubitare” (“Keep doubting”), e i membri del clan, ovvero noi spettatori, rimarranno nel dubbio più totale.
Il senso del finale di Martyrs, la sua eredità, è l’aver dato vita a centinaia di discussioni e ipotesi che durano da oltre dodici anni dall’uscita del film. Che, in qualche modo, lo tengono ancora “vivo”.