Tecnologia e Scienza

E’ vero che Oumuamua è di origine aliena?

E’ altamente improbabile (cioè: NO, ma non lo si può escludere al 100%)

1I/’Oumuamua (ovvero: 2017 U1), avvistato per la prima volta nel 2017 nell’osservatorio Pan-STARRS delle Hawaii (U.S.A.), è il primo asteroide interstellare, ovvero proveniente da un altro sistema solare e non legato all’attrazione gravitazionale di una stella.

Dal 2017 le possibili interpretazioni sulla forma inedita, che ricorda una sorta di sigaro e sul suo percorso (fatto di accelerazioni non legate alla gravità) hanno infiammato il dibattito degli astronomi di tutto il mondo.

Lo studio del 2018: “Non-gravitational acceleration in the trajectory of 1I/2017 U1 (‘Oumuamua)” pubblicato sull’autorevole Nature e condotto dall’ESA ha concluso che, con ogni probabilità, si tratta di una cometa.

Una cometa sicuramente particolare perché la tipica emissione gassosa che si verifica in prossimità di una stella (a causa del riscaldamento della superficie) in questo caso non è stato possibile visualizzarla. Probabilmente molto debole, ma sufficiente ad influenzarne il moto e l’accelerazione.

La controversa teoria “aliena”.

Sin dall’inizio, le speculazioni sulla sua origine aliena si sono sprecate. Del resto, un oggetto così particolare, sicuramente proveniente da altri sistemi, non si era mai visto.

A far da cassa di risonanza alle teorie aliene il Professore Abraham “Avi” Loeb, dell’Università di Harvard. Non l’ultimo degli idioti, con il suo h-index di 113, 800 studi pubblicati, e in forza al Dipartimento di Astronomia dell’ateneo del Massachusetts dal 2011.

Siamo di fronte, quindi, a speculazioni un po’ più serie che non il famoso Satellite Black Knight. E Avi Loeb si è speso sin da subito a favore della teoria dell’origine aliena di Oumuamua.

Tuttavia, ciò che stona un po’ col rigore scientifico, è che la teoria del Professor Loeb è rimbalzata (anche in Italia) incontrollata proprio, how conveniently, ad una decina di giorni dall’uscita del suo libro “Extraterrestrial” (26 Gennaio 2021), che ha come piatto forte proprio le sue teorie su Oumuamua. Sintetizzando, l’asteroide/cometa (o un ibrido tra i due) sarebbe la parte restante di un propulsore di un’astronave usata da una civiltà extraterrestre. Spazzatura spaziale insomma, come quella che noi umani lasciamo generosamente in giro da quando è iniziata l’esplorazione dell’universo.

C’è un problema. Come riferiva la NASA nel 2018, Oumuamua si sta allontanando dal Sistema Solare, e le possibilità di osservarlo ulteriormente sono ormai prossime allo zero.

In conclusione

Oumuamua è molto probabilmente una cometa interstellare: le osservazioni del suo moto portano, secondo logica, a questa conclusione.

Le teorie aliene secondo cui sarebbe un propulsore alieno ormai abbandonato, portate avanti dal Professor Loeb e che verranno spiegate nel suo imminente libro [chissà perché quando balza alle cronache una controversia c’è sempre un libro che promette di spiegarla 🙂 – N.d.R.] , anche alla luce del fatto che la cometa sta lasciando il nostro sistema solare, fanno un po’ a pugni con quanto conosciamo oggi di comete e asteroidi, ma per ovvi motivi non potranno mai essere confutate del tutto.

Detto questo: straordinarie affermazioni, richiedono prove straordinarie. Sempre. Senza sconti. E l’onere della prova, incontrovertibile, è tutto del Professor Loeb, indipendentemente dai suoi titoli e dalla sua autorevolezza in materia.


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