La puzza che senti è probabilmente qualcos’altro (non vogliamo saperlo!), non certo il vaccino per il COVID-19.
Innanzitutto non bisogna dimenticare che gran parte dello sviluppo del vaccino per il COVID-19 (alias: SARS-CoV-2) raccoglie in larga parte gli studi, condivisi dalla comunità scientifica mondiale, che stavano portando alla realizzazione di un vaccino per la SARS (2002-2004), poi abbandonati perché la pandemia terminò e vennero a mancare i fondi.
Quindi, in linea di principio, l’imminente vaccino per il COVID-19 non parte totalmente da zero, ma raccoglie precedenti studi già in stadio piuttosto avanzato.
Detto questo: i dubbi sono legittimi. Ad esempio, un vaccino basato su materiale genetico come l’RNA, che dovrebbe debellare il coronavirus, non è mai stato approvato nella storia.
Si sa che farmaci (come, appunto, i vaccini) che, per motivi sociali e sanitari, si ritiene essere urgenti e la cui distribuzione non differibile, beneficiano della cosiddetta “Fast Track” da parte delle autorità preposte alle autorizzazioni dei farmaci.
E nel caso del vaccino per il COVID-19, questa circostanza è destinata a fare accademia.
Ma questi non sono tempi accademici. Sono tempi “pandemici”.
Il fast track possiamo sintetizzarlo in: i benefici di un farmaco non ancora completamente testato clinicamente superano i costi derivanti dal non averlo a disposizione.
Un vaccino deve: 1) garantire che non nuoccia alla salute della persona cui viene iniettato (FASE 2) e 2) che abbia efficacia anche non del 100% (L’OMS raccomanda un’efficacia almeno del 50%).
Il vaccino Pfizer-BioNtech ha promesso che l’imminente vaccino avrà una efficacia del 90%. Staremo a vedere. Fiduciosi.
Domanda supplementare:
“Sono un convinto NoVax, e non mi vaccinerò! Neanche se mi obbligano!!!!!11111!!! Svegliaaaaaaaa!!”
Ma questa è una bella notizia! Uno in meno in coda alla ASL. Sparisci va, e non cambiare idea. Ciao!